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La direttiva Ecodesign sancisce il monopolio delle caldaie a condensazione. Le cose da sapere su obblighi ed agevolazioni fiscali.


Il 26 settembre 2015 è entrato in vigore l’obbligo di immettere sul mercato soltanto caldaie a condensazione, come previsto dal Regolamento Ecodesign emanato dall’Unione Europea.

In parole povere,  è scattato l’obbligo in capo ai produttori di realizzare e commercializzare solamente caldaie a condensazione, ovvero quelle in grado di ottenere un rendimento termodinamico superiore al 90%, con una conseguente riduzione delle emissioni di NOx e CO2.

Ma cosa significa, in termini di vantaggi e svantaggi per il consumatore, questo nuovo obbligo imposto dall’UE?  Che conseguenze ci saranno su chi ha ancora una caldaia tradizionale in casa?

Di cosa stiamo parlando.

La caldaia a condensazione si basa su una tecnologia che scalda l’acqua sfruttando il calore latente prodotto durante la condensazione dei fumi di scarico mediante uno scambiatore. Permette di ottenere (apparentemente) un risparmio notevole rispetto alla caldaia tradizionale, dato un rendimento termodinamico superiore al 90% : la minore temperatura dei fumi in uscita dalla caldaia a condensazione è generalmente di 80°C, decisamente più bassa rispetto ai circa 100°C delle caldaie classiche.

Anche la struttura stessa della caldaia contribuisce ad aumentarne le prestazioni : le quantità di calore disperso attraverso il mantello della stessa caldaia a condensazione sono notevolmente inferiori a quelle delle sue controparti classiche e inoltre, la temperatura relativamente bassa dei fumi permette di utilizzare dei sistemi di fumisteria in PVC molto più economici e maneggevoli in fase di installazione.

Cosa dice la direttiva Ecodesign.(direttiva europea ERP – Energy Related Products, 2009/125/CE)

Con questa norma l’UE ha introdotto un quadro normativo atto a definire le specifiche per la progettazione ecocompatibile dei prodotti che consumano energia, mettendo fuori legge dal 26 settembre 2015 le caldaie tradizionali per i produttori..

L’obbligo, quindi, riguarda esclusivamente i costruttori di caldaie. Chi ha in casa una caldaia tradizionale non dovrà sostituirla, ma se intende farlo, così chi intende installarne una ex novo, potrà acquistare solo le caldaie a condensazione,  a meno le caldaie non a condensazione installate abbiano data di fabbricazione antecedente al 26 settembre 2015, in modo tale da smaltire le scorte rimanenti nei magazzini.

La direttiva, poi, stabilisce anche i requisiti minimi di efficienza e i limiti di emissione per gli apparecchi per il riscaldamento di acqua sanitaria, definendo due macro-categorie di prodotti :
1) apparecchi per il riscaldamento ambienti, elettrici, a gas, a gasolio, caldaie, pompe di calore, cogeneratori fino a 400 kW

2) apparecchi per la produzione di acqua calda sanitaria, elettrici, a gas, a gasolio, pompe di calore per acs, impianti solari fino a 400 kW e bollitori fino a 2000 litri.

Le agevolazioni fiscali per chi vuole cambiare caldaia nel 2016.

Per chi volesse sostituire una vecchia caldaia con una nuova a condensazione, è possibile fruire di una detrazione IRPEF/IRES relativa l’Ecobonus al 65% prorogato fino al 31 dicembre 2016 dalla Legge di Stabilità. In merito, per informare i richiedenti su quali sono i requisiti e gli adempimenti richiesti per poter accedere alla detrazione fiscale al 65% per chi  installa una caldaia a condensazione, ENEA ha pubblicato un vademecum molto dettagliato che potete trovare qui: http://www.acs.enea.it/tecno/caldaie_condensazione.pdf .

Infine, si ricorda che per poter fruire della detrazione al 65%  è necessaria la trasmissione all’ENEA della cosiddetta Scheda informativa dell’intervento (Allegato E al D.M. 19/2/07) attraverso il sito di ENEA, nell’anno in cui sono terminati i lavori o entro i 90 giorni successivi alla fine degli stessi.

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